martedì 22 dicembre 2015

Christmas time!


Lo so, sono un po' sparita dalla circolazione.
La verità è che, mentre sto continuando a lavorare, mi sono iscritta ad un master presso IDEA Academy (questo master:) e le mie giornate improvvisamente non hanno più ore a disposizione.

Ad ogni modo io ringrazio quanti di voi mi stanno scrivendo qui o in privato e vi chiedo scusa dal profondo se ancora non sono riuscita a rispondere a tutte le vostre email... Sono indietrissimo e ne sono consapevole ma ho a malapena il tempo di star dietro alle cose più urgenti.

Ma Natale è dietro l'angolo e quindi... Buon Natale a tutti ragazzi! Che possa essere ricco di cose meravigliose <3 p="">

Elisa


venerdì 9 ottobre 2015

Grazie


"The Reading Promise" in pochi mesi ha vinto diversi premi e non potrei esserne più orgogliosa... Ma nulla di tutto ciò mi emoziona come hanno fatto le parole di questa recensione: grazie di cuore, davvero!


mercoledì 26 agosto 2015

Pensieri da illustratore #27


lunedì 22 giugno 2015

Workshop: Greytones

Masha and Vanya under the apple tree

Yesterday was the last day of the wonderful workshop ‪#‎Greytones‬ of Isabella Mazzanti. Wonderful... I'm so happy to have had the possibility to participate to it.
Isabella is an amazing and clever teacher and the other artists in the class were all great, produced stunning stuff during these days... I really recommend this one and all the other great workshop promoted by IDEA Academy in Rome!
Below you can see a couple of my illustrations done for this workshop.


Portrait of Masha

mercoledì 17 giugno 2015

Bologna Children Bookfair: Il Portfolio

In questi anni passando di fiera in fiera ho iniziato a farmi una mia idea di come dovrebbe essere il portfolio da portare con sé in occasione di questi eventi.

Curiosi?

Potete leggere l'articolo sul sito di IMAGO Blu a questo link!

sabato 16 maggio 2015

Bake Academy - Workshop di illustrazione

ILLUSTRATION

La Messa In Scena Dell’illustrazione.

Corpo, Movimento E Segno.


23 Maggio Dalle 10:00 Alle 18:00
Presso Spazio Cima

Docenti: Roberta Maddalena – Giordano Poloni
La rappresentazione narrativa e la sua costruzione nella combinazione di elementi grafici. In questo gioco di creazioni immaginifiche, noi illustratori rischiamo di perderci? Partecipare a eventi, posare come rockstar, cercare di emergere. Anche a rischio di dedicare poco tempo al disegno e allo studio, a crescere insomma, come persone, prima ancora che come professionisti. Allora facciamo ritorno all’essenza delle cose, le tecniche, le scelte stilistiche, i linguaggi attraverso il racconto di due percorsi professionali.

Per i costi e tutte le altre info su questo ed altri corsi vi rimando al sito web di Bake Academy: http://academy.bakeagency.it/

mercoledì 6 maggio 2015

Ballerina





La luce in fondo al tunnel sta dietro a una curva

Come figure creative spesso attraversiamo una gran quantità di stati d'animo racchiusi in intervalli di tempo anche piuttosto brevi.

Ovviamente ci sono tante sfaccettature ma grosso modo credo si possano racchiudere in questi tre filoni principali:

- Il momento della spensieratezza creativa e del benessere
- Il momento della depressione (faccio schifo, non migliorerò mai, tutti sono più bravi di me, ecc ecc.)
- Il momento dell'incertezza e del dubbio.

Per quanto il momento della depressione sia brutto e ci faccia stare male sempre, se siamo stati in questo ambiente abbastanza a lungo abbiamo imparato due cose:
UNO - viene ciclicamente e, altrettanto ciclicamente passa. Così, anche se una voce dentro di noi ci dice che non c'è speranza ce n'è un'altra che ci ricorda che la luce in fondo al tunnel di solito sta dietro ad una curva, per questo non la vediamo. Basta aspettare.
DUE - nessuno ci può aiutare a parte noi stessi. Non fraintendetemi, avere qualcuno vicino che ti coccola emotivamente facendoti coraggio è importantissimo e ci aiuta a sentirci amati in un momento in cui a volte nemmeno ci sembra di meritarcelo (si, siamo un po' degli inconsapevoli adora-drammi). Ma il punto è che quando siamo così depressi l'unica soluzione è alzare il fondoschiena e affrontare le nostre paure: continuare a lavorare anche se pensiamo non porti a niente, mandare portfolio a potenziali datori di lavoro anche se temiamo di non essere all'altezza, far vedere le nostre cose a colleghi e professionisti competenti anche se ci vergogniamo come ladri al pensiero di quel che potranno pensare e dire del nostro lavoro. Questo fa anche sì che gli unici a poter veramente fare qualcosa per uscire da questo stato di frustrazione nera siamo noi e nessun altro.

Una volta che sai queste due cose non ti resta che procedere per tentativi. Un po' come quando ti devi rialzare da un divano particolarmente molle o come quando devi uscire dalla piscina passando per il bordo e non dalla scaletta: se i tuoi muscoli sono allenati in uno o due tentativi sei di nuovo in piedi. Se sei alle prime armi magari saltellerai goffamente per un po', prenderai panciate a bordo piscina o dovrai fare strane acrobazie aggrappandoti al bracciolo del divano ma alla fine ne uscirai lo stesso.

Sapendo che se ne esce è più facile perseverare nel tentativo di tirarsi su, anche quando è stancante.


Il momento dell'incertezza è un po' più bastardo. Si può manifestare con o senza depressione al suo seguito e ci getta in uno stato confusionario. Ci sembra di non conoscere la nostra identità, non sappiamo se abbiamo scelto la giusta via, iniziamo a dubitare di tutto quello che facciamo e che abbiamo fatto. Ci chiediamo se forse, ad un certo punto della nostra vita non avremmo dovuto prendere la svolta B anzichè la A. Ci chiediamo se stiamo facendo troppo o, al contrario, troppo poco.

La risposta a questo momento di confusione è una temporanea apatia che può essere più o meno grave a seconda se c'è un lavoro in corso o no (anche se di solito tende a manifestarsi quando non stiamo lavorando, probabilmente perchè il nostro cervello non è sotto pressione e quindi si prende del tempo per farsi domande esistenziali).

Anche qui la cosa di solito segue uno schema che può variare ma resta sostanzialmente sempre lo stesso:
- Ci si mette in discussione.
- Non si riesce a fare più nulla.
- Si prova a fare qualcosa di diverso o ad affrontare dei dubbi.
- Si comincia finalmente ad uscirne.

La cosa interessante è che di solito, al contrario dei periodi di depressione che sono solo più o meno stancanti e basta, questi periodi hanno invece "un lieto fine". Aver messo in discussione quelle che prima erano certezze o quanto meno routine, aver pensato a possibili soluzioni e piani alternativi, aver messo in pratica qualche nuova idea, solitamente sono tutte cose che preludono ad un nuovo inizio, piccolo o grande che sia.
E spesso è proprio quello di cui avevamo bisogno.

sabato 4 aprile 2015

Bookfair Bologna 2015

Ed eccoci di nuovo qui - Fiera del libro per ragazzi di Bologna 2015!
Bologna (per ogni illustratore, editore ed addetto ai lavori che si rispetti il termine "Bologna" non indica semplicemente la ben nota cittadina italiana, quanto piuttosto la "fiera del libro per ragazzi DI Bologna") come ogni anno è arrivata. Al momento in cui sono qui seduta a scrivere questo articolo è anche finita da ben due giorni. Per me da tre, perché mercoledì me ne sono tornata a casa nella speranza di tornare presto ad essere una normale creatura umana (ma non so quanto sperarci davvero).

Facciamo una piccola premessa.

Quest'anno sono arrivata alla fiera già con la forza vitale di una lumaca sotto il sole di agosto in quanto dal 9 gennaio fino al 12 marzo ho lavorato ininterrottamente tra le 10 e le 14 ore al giorno, dal 13 al 17 ho avuto amici ospiti a casa, il 19 è arrivata la mia amica e illustratrice Chiara (già protagonista assieme a me di altri racconti fieristici qui sul blog) per partecipare al workshop di
Work in progress del lavoro fatto
durante il corso tenuto da N. Fowkes
Nathan Fowkes che si è tenuto dal 20 al 22 presso IDEA Academy. Poi una bella settimana di preparazione intensiva del materiale per la fiera e, finalmente, la fiera. Partenza il 29, inizio dei giochi lunedì 30 marzo (tra l'altro il compleanno della mia sorellina: ancora auguri tata!).

Insomma, va da sé che eravamo in condizioni di delirio.

Vi risparmio la visione delle foto che ci facevamo ogni sera per documentare scientificamente la situazione delle borse sotto gli occhi.
Ma sappiate che esistono, e che non è una bella cosa XDDD

Nella settimana prima della Fiera c'erano diverse cose da fare: sistemare il portfolio (perchè c'è sempre qualcosa dell'ultimo secondo da stampare, da aggiungere, da scremare o un panico ingiustificato a cui dare spago), cercare di portare avanti il lavoro che con la fiera non c'entra nulla e, in ultima battuta, finire LA COPERTINA. Questa copertina (guardare l'immagine allegata).
Questa copertina
 Eccola lì. Negli ultimi mesi infatti ci siamo dedicate anima e corpo ad un progetto a fumetti con trama liberamente ispirata al Giardino Segreto ed altrettanto liberamente stravolta. L'idea è di farlo approdare in quel della Francia e abbiamo pensato: "Ehi, a Bologna non ci sono anche gli stand degli editori francesi di fumetto?" "Ehi, ma sai che hai ragione?"
E invece non avevamo ragione. O meglio, c'erano ma non erano presenti i direttori artistici, solo venditori di diritti quindi non abbiamo potuto parlare con nessuno. Però abbiamo raccolto nomi, scremato altri nomi, fatto foto e preso appunti ed intanto è un buon punto di partenza. Prossimamente ripartiremo all'attacco.

Ad ogni modo decidiamo di partire domenica in modo da poter dormire la notte prima della fiera.
Anche perché noi si ha un'età ormai oh, abbiamo bisogno della nanna! 

L'albergo è stato prenotato con "solo" un anno di anticipo in una località un filino fuori... una ventina di euro di taxi fuori da Bologna. Ok, fail. Sinceramente dalla mappa sembrava meno. 

Però chissene dai, per un anno abbiamo fatto le mega super signore (con i crackers in camera e i nachos e le crostatine e i cioccolini di scorta che nemmeno in gita scolastica, ma tant'è) e poi il posto era talmente bello che tutto sommato va anche bene così!

Il parco era favoloso, con prati di mentuccia in fiore in cui ci siamo adeguatamente rotolate come arrostini pasquali in una mattina di sole, con voglia di far rotta verso il lavoro -12
Ma questa è un'altra storia, tanto per citare uno dei miei autori preferiti.

Insomma: arrivo alla stazione di Bologna (che in meno di un anno si è trasformata in uno pseudo aeroporto), arrivo in albergo, nanna.

Questo era il letto gente. Vi dico solo questo! U__U


INIZIA LA FIERA

Angolino di muro conquistato! In questo momento di vedono ancora degli spazi bianchi di parete ma in capo a 10 minuti non sarà più così.


La prima cosa da fare quando si arriva alla fiera di Bologna è mettersi in posa da centometrista prima dello scatto e attendere che vengano aperte le porte.

Solitamente mentre si tiene questa posa plastica si iniziano ad incontrare i primi amici/colleghi in visita anche loro per l'annuale pellegrinaggio fieristico e volano saluti baci ed abbracci, senza mai perdere la tensione felina che precede il *momento*.

Quando le porte si aprono è il delirio.
Addetti ai lavori molto preoccupati giungono dall'altra parte della vetrata, si fanno un cenno ansioso col capo e poi iniziano a girare la chiave, tenendosi al sicuro dal lato in cui la porta si aprirà per evitare di essere investiti.

In America hanno il Black Friday, noi c'abbiamo l'apertura della Fiera di Bologna. Il risultato è lo stesso e le iniziali pure (seppur invertite).

Entrati veniamo subito colti da un primo momento di disagio e smarrimento: il muro infatti, che da anni partiva tradizionalmente subito alla sinistra dell'ingresso, quest'anno è stato fatto a pezzettini piccoli e separati, posti a ferro di cavallo intorno a tutta la zona centrale. 
Dispersivo come poche cose.

Il tempo di riaverci e ci dirigiamo coi nostri posterini e biglietti da visita, dandoci indicazioni con sguardi e dita che nemmeno la nazionale di pallavolo. Uno sguardo poteva dire: "Tu prendi questi miei e io questi tuoi. Dividiamoci. Copri quella zona io faccio questa". Dopo 11 anni di fiera assieme (più altri di onorata carriera "single") ti muovi come Stallone nella giungla. Ossia con la grazia e la baldanza di un caterpillar.

Ma è necessario in quanto, come per magia, nonostante l'ingresso da circuito di Monza, le pareti del muro sono già occupate per il 50%.
Le teorie di come questo possa accadere sono molteplici. Alcuni pensano ad illustratori che si fanno chiudere in fiera la notte prima e accettano di dormire una notte sotto uno stand pur di potersi accaparrare i posti migliori. Ma la verità è avvolta nel mistero.

Ad ogni modo troviamo il nostro spazio, appendiamo il nostro materiale, posizioniamo i biglietti da visita e finalmente, sfiancate ma trionfanti, possiamo riprendere i nostri resti e andare a lasciare i cappotti al deposito bagagli della fiera.

Deposito che, quest'anno, ha voluto alzare un po' l'asticella e passare da un quasi modico 2,50 € a pezzo lasciato ad un lievemente maggiorato 5 € a capo che fa sempre simpatia. Se le cose continuano con questo ritmo il prossimo anno ci ritroveremo a pagare 10 € per lasciare un cappotto, roba che forse facciamo prima a comprarci tutti assieme uno stand in fiera e usarlo come deposito bagagli personale. Ma tant'è.

Lo stand della Usborne ogni anno più bello :D
Iniziamo a girare fra gli stand. Anche gli stand sono in posti diversi quest'anno, tanto per rimescolare le carte. 
In questo modo crollano tutte le nostre certezze maturate in anni di giri per i padiglioni e dobbiamo fare subito una rapida esplorazione per aggiornare le nostre cartine mentali.
Fortunatamente almeno gli stati sono rimasti nei padiglioni di appartenenza, solo i singoli stand si sono un po' mossi e così ci ritroviamo abbastanza in fretta.

Non vogliatemente per la qualità scamuffa delle foto.
Fra motori di Ferrari e Lamborghini gialle facciamo anche una capatina allo stand della Giunti. Luogo in cui se non hai un appuntamento la tua presenza genera sospiri di sconforto nel personale che, con mestizia e occhiaia da "oddiomaperchètuttigliannigli illustratorivengonoatormentarci", tira fuori prontamente il classico foglietto prestampato con sopra scritto: mandateci le cose a questo indirizzo. Per chi sa leggere tra le righe si intravede chiaramente la postilla "levatevi dai maroni". Così facciamo l'unica cosa sensata che, prive di appuntamento, si poteva fare nello stand: fotografiamo i Lego di Star Wars.

Salutiamo qualche amico/a agli stand e, finito il giro esplorativo, iniziamo il giro Piranha ossia quello in cui si decide dove andare a far scivolare con eleganza il proprio portfolio. Per la serie "oh, si è aperto il mio portfolio sul suo tavolo, che sbadataggine! Beh, ma già che ci siamo perchè non gli diamo un'occhiata?".
Neanche le 11 e già c'è bisogno di
carburante
Ci avete creduto? No? Fate bene.
Anche perchè il primo giorno la confusione nella mente regna sovrana quindi la maggior parte del tempo scivola via nel segnarsi orari di colloqui per il giorno dopo e nel decidere DOVE fermarsi a chiedere.
Non solo confusione. Dopo anni e anni di fiera dove gli editori sono quasi sempre gli stessi iniziano a crearsi i primi problemi:

- Quegli stand no, non fanno per il nostro portfolio.
- Quegli stand si, ma non vorrei ci arrestassero per stalkeraggio visto che abbiamo già 10 biglietti da visita della stessa persona.
- Quegli stand no, perchè danno il lavoro della gloria (leggi non retribuito o retribuito malissimo o varie ed eventuali che MA ANCHE NO, come si suol dire).

Alla fine, con un certo sollievo, individuiamo gli stand nuovi dove ci piacerebbe tentare e quelli soliti in cui non abbiamo ancora mai messo il masino (o quasi) e formuliamo così il nostro piano di battaglia - quello vero.

Vagabondando nel padiglione 30

Bisogna dire che, per quanto il tutto richieda una certa preparazione, questa consapevolezza di dove andare ad infilarsi porta anche delle soddisfazioni. Infatti non solo quest'anno abbiamo avuto una bassissima incidenza di sguardi "ScusiMaLeiPerchèMiStaImportunando? NonVedeCheLaNostraLineaNonC'entraNienteConLei?" - credo solo uno a testa, ma abbiamo anche avuto la nostra fetta di soddisfazioni.

Me lo chiedo anche io
Che poi si sa: Bologna promette sempre grandi glorie, quando i colloqui finiscono sembra tu sia pronto a fare 800 libri e poi la metà delle volte *puff*! Tutto finisce in un tripudio di bolle di sapone. 

Ma ci sono anche volte in cui le cose vanno benone e siamo tutti qui a sperare che sia uno di quegli anni.

Quest'anno abbiamo avuto un incontro della simpatia con un editore francese.
Ora, si sa che in generale ai francesi devi parlare francese se no, per qualche motivo incomprensibile, diventano delicatamente ostili.
Però gli anni scorsi con un misto di inglese/francese ci avevano tollerato.
Quest'anno no, ho avuto paura tirasse fuori un mitra caricato a caramelle.
"Salve siamo illustrat..." (e già qui la prima occhiataccia"
"Parlate francese?"
"Nsomma... Capiamo chi parla francese. Possiamo scriverlo. Parlarlo al momento è ancora un po' arduo".
"Allora sciò"
"Ma veramente..."
"No"
Un simpatico sentiero di carte all'ingresso
della fiera ci ricorda che quest'anno si festeggiano
i 150 anni dalla prima pubblicazione di
Alice nel Paese delle Meraviglie.
"Ma vi possiamo capire e noi possiamo parlare in inglese! Stiamo parlando in inglese ora! Anche lei parla in inglese in questo momento"
"Capirsi è impossibile, addio"

E dunque addio, verso nuove avventure costellate di dizionari. I nostri cugini d'oltralpe sono decisamente complicati da abbordare, non c'è che dire.

Tutto un altro discorso per il Belgio, che è assai più amichevole. Col Belgio ci siamo reciprocamente piaciuti :)

Tutto questo trottare e conversare (più o meno amabilmente) non sarebbe emotivamente sostenibile se non ci fossero i Veri Protagonisti della fiera: gli amici.

Colgo quindi l'occasione per ringraziare tutti coloro che ho incontrato ad ogni angolo e che con i loro sorrisi, le loro risate, i consigli, gli abbracci e la simpatia hanno reso questa edizione della fiera un evento memorabile. Quindi grazie Alessandra Fusi, Rosaria Battiloro, Sonia Baretti, Fabio Mancini, Ketty Formaggio e Giuseppe De Luca, Ariel Vittori, Mirko Failoni, Vanessa Amianti, Ilaria Mozzi, Simona Sanfilippo, Elisa Ferro, Elisa Rocchi, Paolo Domeniconi, Elisa Ferrari, Gabriele Bagnoli, Paola Cantatore, Sara Torretta, Monica Niccolosi, Fabiana Attanasio, Emanuela Mannello, Teresa Alberini, Daniela Zizzi, Andrea Alemanno, Barbara Pellizzari, Raffaele Conte, Ilaria Urbinati, Morena Forza, Sumiti Collina, Shefalika Marescotti, Simona Bursi, Laura Sighinolfi, Daniele Blundo e mille mille mille altri che, per mancanza di connessione neurale faccia - nome - cognome non sto scrivendo, ma sappiate che vi amo tutti e perdonatemi per avere il cervello tipo scolapasta. Ho un'età.

LA MOSTRA

Junaida * Japan


Zan Zan ZAAAAAAAAAAAAAAAN

E invece no. Quest'anno mi è persino piaciuta. Non credo alle mie stesse parole eppure è invero così!

Magellan Jeoffrey * France
Finalmente, tanto per iniziare, ho visto dei colori. Colori! Da quanto tempo latitavano?

Non solo ricerca stilistica a tutti i costi ma anche ironia e poesia. Non solo innovazione e - diciamocelo, soprattutto negli scorsi anni - pretenziosità - ma anche qualcosa che potevi concretamente immaginare pubblicata in un libro.
E. Soprattutto. BASTA INCUBI.

Grazie al cielo quest'anno solo cose che non rischiavano di traumatizzare a vita infanti ed adulti, ma un sacco di belle idee, stili e characters interessanti, palette sognanti o d'impatto... Insomma: cose belle.

Se ne sentiva davvero il bisogno.

Ne approfitto per chiedere scusa per la qualità scamuffa delle foto, ma ho lasciato la macchinetta a casa e le ho fatte con il cellulare. So che la qualità lascia un po' a desiderare ma gente, ci ho provato XD

Alla mostra c'erano davvero decine e decine di tavole splendide, mi piange un po' il cuore non poterle mettere tutte ma non ho lo spazio e poi, distratta come sono, mi sono scordata di fotografare parecchi nomi e non mi pare il caso di metterle online così senza uno straccio di indicazione sugli autori. 

Magari poi mi metto in caccia e, una volta reperite tutte le info, faccio una gallery sulla pagina Facebook del blog.

Kastelic Maja * Slovenia
Alla fiera non solo la Mostra degli Illustratori ovviamente, ma anche quella dei vincitori del Silent Book Contest ad esempio, poi una deliziosa mostra di un'illustratrice orientale dal titolo "Thank you Bologna" di cui ho delle foto che a quanto pare non potrei avere - non avevo visto il cartello - e quindi non posso riportare, ma credetemi se vi dico che era dolcissima e deliziosa.

Poi le mostre degli ospiti di quest'anno e piccole mostre in ogni dove. 

Quest'anno mi sono piaciute un po' tutte, ma la mostra degli illustratori e la famosa "Thank you Bologna" probabilmente sono le mie favorite.

Anche in questo caso per le restanti fotografie aspettate ancora un pochino e caricherò tutto su faccialibro.

Infine i pupazzi. I pupazzi sono i cosplayer della fiera e colorano e rallegrano con la loro peluchosità e rotondità ma, a differenza delle orde barbariche che si trovano nelle fiere del fumetto (e di cui anche io, nei miei giorni liceali, ho fatto parte), questi sono dipendenti in costume quindi pochi, selezionati, e dannatamente accurati. Ovviamente lo sport preferito di noialtre persone serie era farsi la foto con quante più mascotte riuscivamo ad incrociare
Miffy!!
PRONTUARIO DELL'ILLUSTRATORE IN FIERA

A questo punto facciamo un sunto di quel che è bene sapere per affrontare la fiera dei nostri sogni e dei nostri incubi.

* Scarpe COMODE. Alcuni vi diranno che dovete mettere scarpe eleganti, specie se siete donne. Aha. Come no. Certo, se visitate la fiera con l'intento di partecipare a 2/3 cocktail e stare sedute allo stand potreste anche farlo. Anzi, perchè no, uno si tiene in borsa la scarpina comoda di ricambio e via che si va di tacco 12 agli eventi. Ma per carità, se dovete andare a far colloqui una sobria scarpa comoda va sempre bene. Se ci tenete all'eleganza potete puntare su un colore neutro, ma non ho mai perso lavoro anche con le mie scarpe più allucinanti quindi il mio consiglio è: state sereni.

* Portfolio coerente. Siete alla FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI. La maggior parte degli editori espone bamboline, coniglietti, roba acquarellosa o dai colori vivaci e brillanti e via dicendo. Cercate di separare questo aspetto da quello a cui magari tenete di più ma che è fatto di illustrazioni dal sapore totalmente differente. Tentare non nuoce, ma fate in questo caso due o più portfoli separati perchè se mettete un mostro grondante sangue accanto ad un tenero scoiattolo potreste generare perplessità (nel migliore dei casi).

* Portfolio cartaceo, portfolio digitale. Il cartaceo funziona sempre. Quest'anno ho voluto tentare l'avventura del digitale. La prima cosa da sapere è: non tutti sono pronti per il digitale, hanno bisogno di essere presi per mano e guidati. Se volete che entrino in una determinata cartella entrateci voi per loro. Spiegategli tutto subito, come ingrandire le immagini, come tornare indietro. E preparatevi a frenetici tappettii sullo schermo. Detto ciò, a parte un po' niubbaggine da parte di alcuni il portfolio su tablet mi ha lasciata abbastanza soddisfatta, quindi credo che d'ora in poi dirò un gran bel CIAO ai miliardi di stampe A4 su fogli mobili. Ma anche ciao eh. E poi vuoi mettere la leggerezza della schiena senza quel carico costante?

* Acqua: se potete portatevela perchè ne avrete parecchio bisogno. E i prezzi di cibo e bevande in fiera rispecchiano quelli del guardaroba di cui parlavamo all'inizio. Vi ricordate del guardaroba? Ecco.



Modellini Nagaiani al padiglione 32
*Il muro - Locandine. Se volete attaccare qualcosa al muro, soprattutto qualcosa di più grande di un biglietto da visita, venite il primo giorno. Sul serio. A parte che già il pomeriggio del primo giorno ormai non si trova più posto (l'anno scorso invece era ancora in parte agibile) ma non c'è niente di più maleducato di apporre il proprio materiale sui personaggi e gli indirizzi dei colleghi. Un modo sicuro per farsi odiare nell'ambiente, ho visto scene di rabbia e viulenza che levati. Ricordiamoci che siamo tutti nella stessa barca e che non è una battle royal. Sostenersi a vicenda fa nascere anche collaborazioni interessanti e produttive, isolarsi e farsi detestare non porta a niente di buono. Rispetto innanzi tutto. So che si tende a pensare "eh, ma io potevo solo quel giorno lì". Ma c'è chi, per venire prima, ha sacrificato altri impegni, preso giorni di ferie dal lavoro, investito soldi e tempo. Non sono cose su cui sputare sopra. Se si viene il secondo giorno piuttosto portare cartoline o posterini A4: sarà più facile trovar loro una collocazione. Complicato, ma non impossibile diciamo e non ci attireremo le ire funeste - legittime - dei nostri colleghi.



* Il muro - Biglietti da visita. Non lo dirò mai abbastanza: venire forniti. Ma fornitissimi! Al muro i biglietti vengono raccolti non solo da editori ma SOPRATTUTTO da collezionisti. Solitamente altri illustratori più giovani. E' la triste realtà e non ci si può fare niente. Lasciare 20 biglietti da visita e lamentarsi che, nonostante siano stati presi tutti nessuno ci ha contattato è folle perchè sono sicuramente finiti nelle mani di qualche disegnatore, bibliotecario, visitatore imbucato. Arrabbiarsi per questo è altrettanto folle. Se volete usufruire del muro in modo produttivo organizzatevi bene dunque e rimpiazzate spesso il materiale finito.

* GENTILEZZA. So che siamo tutti stanchi, so che a volte siamo frustrati, scoraggiati, demotivati. A maggior ragione bisogna tenere presente che non lo siamo solo noi. Anche i nostri colleghi, anche le persone agli stand, anche lo staff della fiera: tutti sono stanchi. Cerchiamo di non prenderla se a volte le nostre richieste ottengono un rifiuto un po' sbrigativo. Probabilmente dall'altra parte c'è solo una persona al limite della stanchezza. 
Inoltre chiediamo tutto con cortesia: non ci è dovuto niente, gli editori non sono lì per noi. Ho sentito deliranti discorsi del tipo: "Senza di noi non andrebbero da nessuna parte, venissero a più miti consigli". Sì, è vero, il libro illustrato senza illustratori è duro da produrre. Allo stesso tempo un libro illustrato senza editore può esistere solo come auto produzione. Che è sacrosanta, ma se stiamo cercando un editore vuol dire che stiamo anche cercando la sua collaborazione e la professionalità sua e del suo staff. Stiamo cercando un team con cui lavorare. Quindi è tanto giusto che loro ci rispettino quanto il contrario. Da non dimenticare mai.

I LINK

* Pagina ufficiale della fiera: http://www.bookfair.bolognafiere.it/home/878.html
* Quasi pronti per la fiera di Ilaria Mozzi: http://illustrilla.blogspot.it/2015/03/quasi-pronti.html
* Due giorni alla fiera del libro di Milkbook: http://www.milkbook.it/fiera-del-libro-di-bologna-2015/
See You Bookfair Cowboys





giovedì 2 aprile 2015

Preparazione alla fiera del libro di Bologna

Un paio di giorni prima di andare in fiera a Bologna ho risposto alla mail di una ragazza che per la prima volta voleva avventurarsi in loco e cercava qualche indicazione sul da farsi.

Come sempre quando ritengo che il contenuto della conversazione (o della risposta, in questo caso) possa essere utile per altri lo posto anche qui sul blog. So che la fiera del libro è appena finita, ma 365 giorni per iniziare a sapere come prepararla vanno sempre bene, anche se sembrano tanti. Soprattutto se sembrano tanti. Non fatevi ingannare: il tempo per prepararsi finisce subito!

E andiamo ad iniziare:

"Cara *__*,

stamattina ho guardato attentamente i tuoi lavori e spero di riuscire a darti dei consigli che possano esserti utili, quindi passo subito a rispondere alle tue domande!

Allora, la fiera di Bologna è grande e frenetica. Gli editori non sono presenti tutti i giorni, ci sono soprattutto venditori (di diritti, di libri...), quindi il loro tempo è poco e lo spazio dedicato a guardare i portfolio spesso è molto ridotto quindi il primo consiglio è: poco materiale, il tuo preferito, e un formato non eccessivamente ingombrante perché può risultare un problema.
Inoltre anche andare in giro con una cartella enorme potrebbe essere veramente disagevole. Eventualmente fai delle scansioni e delle stampe ad alta risoluzione e sistemale in una cartellina professionale a fogli mobili, in modo da poter eventualmente cambiare l'ordine della presentazione dei tuoi disegni qualora fosse necessario (o buttatevi sulla tecnologia e portatevi il portfolio su supporto digitale).

Questo anche perché gli originali spesso finiscono per sporcarsi e alcuni editori per primi non si sentono molto a loro agio nel maneggiarli, per rispetto nei tuoi confronti e timore di danneggiarli in qualche modo. All'opposto ad altri non importa niente e magari ci scappa la ditata unta di margherita che, insomma, non è mai un piacere sulla tua tavola preferita.

Non servono più di 20/24 immagini (in un solo portfolio).

Se ne hai molte prova a raggrupparle per aree tematiche. Soprattutto qualora volessi presentare più di uno stile (ad esempio per bambini e realistico, oppure per soggetto - bambini, creature fantastiche, paesaggi, ecc).

Per quanto riguarda il materiale promozionale a parte il famoso "muro degli illustratori" puoi ovviamente anche lasciarlo agli stand ma non come "volantinaggio" diciamo, anche perché verrebbe subito buttato con probabilità 99% (hanno un sacco di cose per le mani in fiera e quasi tutti preferiscono non archiviare centinaia di biglietti e brochures lasciate dai vari anonimi aspiranti illustratori - che sono tantissimi). Piuttosto dopo un colloquio andato bene chiedi se gli fa piacere che lasci qualcosa, saranno loro a dirti se si o no - O più probabilmente a chiedertelo per primi :)

Per quanto riguarda i libri certo, è sempre meglio avere un progetto, ma è anche vero che il tuo tratto è ancora un po' acerbo quindi va bene anche semplicemente iniziare a raccogliere impressioni e pareri.

Raccogli tanti cataloghi, fai tante foto, prendi indirizzi e studia quello che vedi perché il mercato dell'illustrazione ha delle sue regole ben precise e dal tuo sito vedo che hai un approccio al disegno più da pittrice che non da illustratrice.

Per farti capire meglio cosa intendo ti suggerisco di leggere questa serie di articoli di Gianluca Garofalo (eccezionale illustratore italiano), veramente illuminanti e leggeri e scorrevoli: http://aduntratto.com/magazine/Contenuto-contenuto-contenuto

[...]

Porta solo cose impaginate in modo professionale: sul sito ho visto foto in cui si vedono parti di nastrino o tavole che sono fatte su un quaderno aperto e in cui si vede la piega della pagina: quello assolutamente non va bene quindi, anche se magari ti piace molto, non metterlo. Piuttosto fai una nuova scansione in cui non si vedono elementi estranei alla tavola (nel caso delle fotografie).

Per quanto riguarda le illustrazioni vere e proprie: il primo problema che mi salta all'occhio è la totale mancanza di sfondi. Ci sono solo personaggi ma questo, ovviamente, in un libro non funziona. 
Ci sono libri per bimbi molto piccini con solo personaggi, ma hanno uno stile molto più semplice e rotondo, lontano dal tuo universo che non è rivolto a quel tipo di target. 

Poi c'è poca varietà: tante creature fantastiche, qualche bambino, qualche animale più realistico. Un editore che vedesse queste tavole non potrebbe assolutamente farsi un'idea di come ti comporteresti tu qualora dovessi disegnare oggetti, persone adulte o anziane, ambienti... Quando ti proponi per lavorare ad un libro devi far capire che puoi portare su carta un intero universo, non solamente come sviluppi uno dei suoi aspetti. Questo perché gli editori non possono permettersi di fare un investimento finanziario in cui si limitano ad intuire il tuo potenziale: devono poterlo vedere e giudicare in base a ciò che vedono.

Non solo editori: quando sarai alla fiera non cercare solo editori che ti piacciono ma cerca libri, autori che ti colpiscono. Che possano esserti d'ispirazione. Che tu possa studiare per capire come lavorano, perché fanno certe determinate scelte, come potresti lavorare tu per ottenere un risultato personale che però si adatti alle regole della composizione del libro illustrato. 

Perché per fare un libro si devono seguire tantissime regole che valgono per tutti, indipendentemente dallo stile e dalla sensibilità personali.

Quindi il mio consiglio spassionato è: vai, raccogli più materiale che puoi, chiedi più pareri che puoi, studia tantissimo, se riesci segui qualche conferenza. Fai tanta tanta ricerca! Solo dopo aver rivolto le tue energie in questo senso avrai chiara la struttura di questo lavoro e i suoi meccanismi di base. 

L'ultimo consiglio è per l'umore: tutti quelli che vanno a Bologna le prime volte ne escono semi traumatizzati, perché gli editori sono spicci, hanno poco tempo e mille cose da fare e spesso capita di incontrare qualche persona al limite dell'esaurimento nervoso che userà poco garbo o poco tatto nella conversazione. 

Ricordati che se però ti sta dedicando il suo tempo, indipendentemente da quanto possa essere aspro ti dirà cose che ritiene possano aiutarti a crescere quindi ascoltale con attenzione. Non dire mai "si lo so, questo è vecchio, in effetti non mi convinceva": metteresti gli editori di cattivo umore perché la reazione è "e allora perché me lo stai facendo vedere?". So che uno tende a difendersi ma la cosa migliore da fare in quel caso è dire semplicemente "grazie, ho capito". E poi rifletterci su con calma. 

E poi non prendertela. I disegnatori hanno dei legami fin troppo personali con i loro lavori, ma le tavole non sono figli. Sono lavoro. Una tavola, due tavole o anche un book che ricevono una risposta negativa non sono te. Non sei tu che non vai bene. La situazione è semplicemente che in quel caso devi fare la massima attenzione per capire cosa non funziona e aggiustare il tiro, studiare nuove soluzioni, produrre nuovi lavori. Tu andrai sempre bene: è il tuo lavoro che deve cambiare per progredire. E' fisiologico e sarebbe preoccupante il contrario.

Te lo dico perché non sai quante legnate sui denti ci siamo presi tanto io quanto i miei amici e colleghi e avrei voluto me lo dicesse qualcuno all'epoca. 

Ti auguro una bella fiera!"

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